24° anno accademico UNITRE di Nichelino (2013/2014)
10 ottobre 2013
"24 ANNI: TANTI, EPPUR SEMBRA IERI!..."
(Un cammino insieme... con chi... per chi... perché?...)
di Pier Bartolo Piovano, Presidente Onorario Unitre di Nichelino
Una esclamazione!... poi alcuni interrogativi: orbene, credo che nella dialettica della comunicazione e della relazione non vi sia nulla di strano in ciò, ma sia opportuna una “SPIEGAZIONE”!
La percezione del tempo ci coinvolge in modo curioso, creando talvolta stupore, soddisfazione, presa di coscienza, a volte autogratificazione: tutto ciò vale per chi ha visto nascere ed ha contribuito a strutturare nel tempo questo nostro sodalizio (dal 1989). Qualcuno afferma con orgoglio che “siamo cresciuti con l’Unitre”…. Altri che “siamo invecchiati con l’Unitre”: in realtà 24 anni con questo che sta per iniziare! Ed è interessante ritrovare nel cassetto molti ricordi, e ripassare con gli occhi della mente, come in una sorta di “filmato”, tutte le vicende di questi anni: 23 inaugurazioni, 23 chiusure di anno accademico, decine e decine di programmi attivati, innumerevoli avvenimenti comuni ai corsi o specifici dei singoli corsi, decine di docenti che si sono alternati, ed altresì centinaia di studenti che ci hanno seguiti nel prosieguo degli anni. Ci sembra quasi, ancor ora, di percepire “la freschezza” e l’entusiasmo dei primi tempi, di sentire il “vociare” allegro e curioso dei primi nostri incontri….è vero, eravamo anche più giovani! Eppur sembra ieri, perché non abbiamo recepito o subìto (o enfatizzato più di tanto…) “l’invecchiamento dell’apprendere insieme”: abbiamo realizzato che la curiosità che non ha età, che l’amicizia col tempo diventa sempre più importante e non conosce usura, se ben costruita, nonostante il procedere degli anni.
Un tempo avevo utilizzato l’immagine di un “treno” che percorre il lungo “tragitto Unitre”: chi è salito alla prima stazione, chi via via lungo il percorso. In tal modo volevo e voglio rimarcare che l’orgoglio nostro è stato anche quello di sollecitare i possibili utenti/studenti con l’invito accattivante “avanti signori che c’è posto…” E’ vero, non tutti ci hanno seguito dall’inizio, ma si avverte comunque una realtà di continuità che ci fa percepire il significato e la validità di “ieri, oggi e domani” (appunto la percezione positiva del tempo).
Allora un cammino insieme, che ci consente di scoprire il senso della condivisione, della solidarietà, del creare cultura in simbiosi con studenti e docenti, di formulare progettualità individuali e collettive, di costruire amicizie valide e resistenti al tempo. Eppoi... occasione (e non di poco conto nell’attuale momento) per rilanciare entusiasmo ed ottimismo.
Con chi e per chi: con i nostri concittadini, e per tutti coloro che hanno recepito (o sono disponibili a recepire) il nostro messaggio, in una sorta di rete comunicativa e relazionale, che usa gli strumenti verbali, gestuali, tecnologici, ma soprattutto una “rete” che capta e ritrasmette emozioni condivise e condivisibili! Ma sarebbe errato pensare una sede Unitre circoscritta solo alla nostra città, in una sorta di autosufficienza ed autoreferenzialità: il “verbo” si è diffuso e si diffonde nel circondario e ne é veicolo il riverbero della positività delle nostre iniziative e dei nostri programmi (vedi l’entità e la provenienza delle iscrizioni).
Perché: credo che la risposta si possa articolare in vari modi. Innanzitutto perché crediamo nei valori della cultura condivisa, “esercizio consapevole della conoscenza al fine del sapere”; perché costruiamo una condivisione intergenerazionale (vale a dire che la nostra scuola non ha pressoché limiti, ma coinvolge le tre età); una condivisione senza barriere in quanto a tipologia di precedente scolarità degli iscritti; una condivisione interdisciplinare (la scelta dei corsi, a volte disparati e variegati, trova ampia possibilità di opzione contemporanea). E poi perché siamo tutti convinti di creare un “servizio” nell’ambito dell’associazionismo e del volontariato (per nostra scelta programmatica, per consapevole adesione di studenti e docenti). Ed ancora, perché tra studenti e discenti non vi sono barriere di grado e, oserei dire, di ruolo: la cultura “nostra” è perfusione e permeazione di esperienze ed emozioni tra gli uni e gli altri. Il docente a tratti diventa studente e lo studente può assumere il ruolo di “docente” senza formali gerarchie precostituite, a patto che resti vivo per tutti il desiderio di conoscere ed apprendere in un percorso di formazione ed informazione continua. Perché l’Unitre può essere ben definita come “archivio delle tradizioni” e “laboratorio del futuro”.
Un impegno che diventa quindi una sorta di ideale per tutti, al fine dell’espletamento del predetto servizio: impegno che è altresì comunicazione a tutto campo. Lo scorso anno evidenziavo che viviamo in un momento di crisi sociale anche relazionale: ebbene, attraverso una comunicazione adeguata, dobbiamo diffondere il messaggio che anche una situazione di crisi diffusa può costituire un’ opportunità!
Voglio concludere con una particolare riflessione suggeritami da qualche studente: dobbiamo prendere coscienza che in questi 23 anni (ci accingiamo ad iniziare il 24°) molti amici (studenti e docenti) non sono più tra noi: anch’essi, in verità, fanno ancora parte del patrimonio della nostra UNITRE. Anche nel loro ricordo stanno le ragioni del nostro impegno a procedere insieme.
A tutti auguro un ennesimo proficuo ANNO ACCADEMICO.
La percezione del tempo ci coinvolge in modo curioso, creando talvolta stupore, soddisfazione, presa di coscienza, a volte autogratificazione: tutto ciò vale per chi ha visto nascere ed ha contribuito a strutturare nel tempo questo nostro sodalizio (dal 1989). Qualcuno afferma con orgoglio che “siamo cresciuti con l’Unitre”…. Altri che “siamo invecchiati con l’Unitre”: in realtà 24 anni con questo che sta per iniziare! Ed è interessante ritrovare nel cassetto molti ricordi, e ripassare con gli occhi della mente, come in una sorta di “filmato”, tutte le vicende di questi anni: 23 inaugurazioni, 23 chiusure di anno accademico, decine e decine di programmi attivati, innumerevoli avvenimenti comuni ai corsi o specifici dei singoli corsi, decine di docenti che si sono alternati, ed altresì centinaia di studenti che ci hanno seguiti nel prosieguo degli anni. Ci sembra quasi, ancor ora, di percepire “la freschezza” e l’entusiasmo dei primi tempi, di sentire il “vociare” allegro e curioso dei primi nostri incontri….è vero, eravamo anche più giovani! Eppur sembra ieri, perché non abbiamo recepito o subìto (o enfatizzato più di tanto…) “l’invecchiamento dell’apprendere insieme”: abbiamo realizzato che la curiosità che non ha età, che l’amicizia col tempo diventa sempre più importante e non conosce usura, se ben costruita, nonostante il procedere degli anni.
Un tempo avevo utilizzato l’immagine di un “treno” che percorre il lungo “tragitto Unitre”: chi è salito alla prima stazione, chi via via lungo il percorso. In tal modo volevo e voglio rimarcare che l’orgoglio nostro è stato anche quello di sollecitare i possibili utenti/studenti con l’invito accattivante “avanti signori che c’è posto…” E’ vero, non tutti ci hanno seguito dall’inizio, ma si avverte comunque una realtà di continuità che ci fa percepire il significato e la validità di “ieri, oggi e domani” (appunto la percezione positiva del tempo).
Allora un cammino insieme, che ci consente di scoprire il senso della condivisione, della solidarietà, del creare cultura in simbiosi con studenti e docenti, di formulare progettualità individuali e collettive, di costruire amicizie valide e resistenti al tempo. Eppoi... occasione (e non di poco conto nell’attuale momento) per rilanciare entusiasmo ed ottimismo.
Con chi e per chi: con i nostri concittadini, e per tutti coloro che hanno recepito (o sono disponibili a recepire) il nostro messaggio, in una sorta di rete comunicativa e relazionale, che usa gli strumenti verbali, gestuali, tecnologici, ma soprattutto una “rete” che capta e ritrasmette emozioni condivise e condivisibili! Ma sarebbe errato pensare una sede Unitre circoscritta solo alla nostra città, in una sorta di autosufficienza ed autoreferenzialità: il “verbo” si è diffuso e si diffonde nel circondario e ne é veicolo il riverbero della positività delle nostre iniziative e dei nostri programmi (vedi l’entità e la provenienza delle iscrizioni).
Perché: credo che la risposta si possa articolare in vari modi. Innanzitutto perché crediamo nei valori della cultura condivisa, “esercizio consapevole della conoscenza al fine del sapere”; perché costruiamo una condivisione intergenerazionale (vale a dire che la nostra scuola non ha pressoché limiti, ma coinvolge le tre età); una condivisione senza barriere in quanto a tipologia di precedente scolarità degli iscritti; una condivisione interdisciplinare (la scelta dei corsi, a volte disparati e variegati, trova ampia possibilità di opzione contemporanea). E poi perché siamo tutti convinti di creare un “servizio” nell’ambito dell’associazionismo e del volontariato (per nostra scelta programmatica, per consapevole adesione di studenti e docenti). Ed ancora, perché tra studenti e discenti non vi sono barriere di grado e, oserei dire, di ruolo: la cultura “nostra” è perfusione e permeazione di esperienze ed emozioni tra gli uni e gli altri. Il docente a tratti diventa studente e lo studente può assumere il ruolo di “docente” senza formali gerarchie precostituite, a patto che resti vivo per tutti il desiderio di conoscere ed apprendere in un percorso di formazione ed informazione continua. Perché l’Unitre può essere ben definita come “archivio delle tradizioni” e “laboratorio del futuro”.
Un impegno che diventa quindi una sorta di ideale per tutti, al fine dell’espletamento del predetto servizio: impegno che è altresì comunicazione a tutto campo. Lo scorso anno evidenziavo che viviamo in un momento di crisi sociale anche relazionale: ebbene, attraverso una comunicazione adeguata, dobbiamo diffondere il messaggio che anche una situazione di crisi diffusa può costituire un’ opportunità!
Voglio concludere con una particolare riflessione suggeritami da qualche studente: dobbiamo prendere coscienza che in questi 23 anni (ci accingiamo ad iniziare il 24°) molti amici (studenti e docenti) non sono più tra noi: anch’essi, in verità, fanno ancora parte del patrimonio della nostra UNITRE. Anche nel loro ricordo stanno le ragioni del nostro impegno a procedere insieme.
A tutti auguro un ennesimo proficuo ANNO ACCADEMICO.
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