Articolo di NICHELINO COMUNITÀ di ottobre 2016

09 ottobre 2016

ERA IN VIA JUVARRA DAL 1968

Il dott. Piovano chiude lo studio... e racconta












A fine settembre il dr. Pier Bartolo Piovano ha chiuso l’attività del suo Studio Medico in via Juvarra, che aveva avuto inizio nel lontano 1968… di certo a Nichelino l’ambulatorio più longevo, per anni adibito al servizio mutualistico, poi solo in libera professione (da quando tra l’altro Piovano terminò il suo mandato di sindaco).


Allora, come definire questa sua lunghissima attività sul territorio?

Un luogo ed un tempo importanti della mia vita… quasi tutta la mia vita professionale. Di certo mi riesce difficile adattarmi a non entrare più in quello studio che io ho sempre chiamato ambulatorio, ma voglio separarmene con serenità e responsabile accettazione (poi, anche sbirciando sulla mia carta d’identità…). Cedo i locali ad amici che aprono altra attività. Lascio “a futura memoria” la colonna centrale in sala d’aspetto, da me stesso dipinta in finto marmo e firmata “Piovano 1969”. Pensieri, ricordi, emozioni mi si affastellano nella mente: non solo uno studio medico, ma un luogo di dolori e di gioie, di storie raccontate e sentite, uno spazio privilegiato di ascolto. Allora non c’era il computer, tutto restava registrato in qualche cartellina, ma soprattutto nella memoria e nel cuore del medico.


Quante persone conosciute e visitate…

Sì, sul palcoscenico dei miei ricordi passano i corpi, i volti, le espressioni, i sorrisi e le lacrime di una infinità di pazienti. Ma più che pazienti per me sono state persone di ogni età, con problemi che volevano e dovevano raccontarmi. In realtà poi diventavano tutti “amici”. Persone che mi gratificavano con un grazie verbalmente espresso o solo accennato o anche con un silenzio. Sono stato orgoglioso di fare uscire talvolta il paziente senza una ricetta… e non per mero risparmio. In altre parole ho cercato di mettere in pratica quella che io definivo “la medicina del buon senso e dell’ascolto”, non disgiunta dalle sempre più nuove tecnologie diagnostiche e terapie, con cui integravo l’approccio al paziente “persona”. Ma l’ascolto, l’empatia, la considerazione potevano valere talvolta anche più del farmaco. Tante ore di ambulatorio ed ancora tante visite a domicilio! Questa per decenni è stata la mia vita sacrificando anche quella dovuta alla mia famiglia.


Episodi e aneddoti?

Ne avrei una infinità da raccontare. Ricordo una consuetudine, oggi come oggi improponibile. Molte persone si presentavano per una visita ambulatoriale quando uscivano dal lavoro alle 22 dal turno serale, bussandomi alla saracinesca ormai chiusa. A nulla valevano le mie rimostranze: “dottò, non sto bene, ma non ho voluto perdere la giornata di lavoro…”. Le mogli telefonavano a mia moglie a casa, incredule e sospettose che alle undici di sera il marito fosse ancora dal medico.
Un episodio divertente: un’anziana signora venne una sera d’inverno a farsi visitare e per la fretta dimenticò sull’attaccapanni dello studio un paio di mutandoni manufatti in lana a varie tinte e rattoppi. I pazienti successivi passavano in visita e sorridevano a me, disattento ed ignaro della scenetta… Mia moglie mi riferì poi che, verso mezzanotte, la vecchietta telefonò a casa dicendo “madamin, l’ai dismentià le braje da so omu…


Piovano, il dottore degli anziani…

È vero, da sempre ho avuto una particolare sensibilità ed attenzione nel trattare i soggetti in terza età (… così mi sono portato avanti col lavoro). Anziani che ho conosciuto come tali o che lo sono via a via diventati. A volte soggetti con poca cultura, ma con grande cuore, depositari di un sapere popolare, di tradizioni locali delle varie etnie, talvolta con difficoltà ad esprimersi nella lingua italiana, per lo più restii a farsi visitare. Tante storie variegate dove si poteva percepire un radicato senso della famiglia. Alcuni di questi pazienti ancora li “rivedo”. Sì, passo a “salutarli” in occasione delle funzioni cimiteriali di novembre. Le lapidi e le fotografie mi ravvivano la memoria: un’emozione, una preghiera, anche loro hanno fatto parte della mia storia!


E il futuro?

È nelle mani del buon Dio. Comunque continuerò nella mia attività di libera professione a domicilio dei pazienti che mi richiederanno (specie anziani “affezionati”); poi l’impegno di volontariato in qualità di Responsabile Sanitario alla CRI di Nichelino e così via. La professione mi ha dato molto ed io cerco ancora di dare quanto mi sarà possibile alla nostra Città. Se un giorno fossi costretto a circolare per Nichelino anch’io aiutato da un bastone non me ne vergognerò... si sa, il dottor Piovano privilegia gli anziani.


Fonte: Nichelino Online - Paolo Colombo




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